
Sarde a beccafico


Sarde al beccafico… piccoli rotolini di sarde farcite di pangrattato, pinoli, uvetta e aglio e impreziositi dall’aroma fresco del limone e dal profumo dell’alloro. Le sarde a beccafico sono un ottimo secondo ma anche un’ottima idea per un aperitivo, un finger food o un antipasto.
Procedimento
Pulire le sarde aprendole a libretto privandole di testa, interiora e lisca. Sciacquarle con acqua fredda e tenerle da parte.
Tostare il pangrattato in una padella rimescolandolo continuamente – si brucia molto facilmente – fino a che non raggiunge un colore marrone dorato.
Non appena la tostatura sarà giusta toglierlo dal fuoco e metterlo in una ciotola.
Aggiungere al pangrattato l’aglio triturato, i pinoli tritati grossolanamente al coltello, l’uvetta fatta precedentemente rinvenire in acqua tiepida e 3 cucchiai circa di olio extravergine di oliva. Amalgamare tutto molto bene fino a ottenere un composto omogeneo.
Quando sarà pronta disporre un cucchiaino di questa farcia su ciascuna sarda aperta a libretto, sul lato interno del filetto. Arrotolare la sarda su se stessa e adagiarla in una profila da forno precedentemente ben unta con l’olio di oliva. Fare la stessa cosa per tutte le sarde e disporle nella pirofila in modo che siano ben strette le une alle altre, questo eviterà che si aprano durante la cottura. Tra un rotolino di sarda ed il successivo inserire una foglia di alloro in verticale.
A questo punto preparare un’emulsione con il succo del limone (filtrarlo con un colino in modo che non ci siano semi e residui della polpa), un pizzico si sale e un goccio di olio di oliva. Cospargere l’emulsione sopra le sarde ed infornarle a 180°-200° C per circa 15 minuti.
Sono buonissime calde ma sono ancor più gustose se mangiate a temperatura ambiente dopo aver riposato un pochino dopo la cottura.
TI RACCONTO QUESTA RICETTA
Le sarde a beccafico (o come si dice in siciliano “sardi a beccaficu”) sono un classico piatto della tradizione gastronomica siciliana, in modo particolare della città di Palermo.
Il singolare nome, beccafico, trae origine dai beccafichi che sono uccelli, i beccafichi, che appartengono alla famiglia dei Silvidi.
I beccafichi erano uccelli che in passato i nobili siciliani cacciavano e mangiavano riempiti con una farcia fatta delle ossa e delle viscere degli stessi uccelli. Il popolo siciliano, non avendo i mezzi per preparare questo piatto costoso ma volendolo imitare pensarono di prepararne una imitazione con gli ingredienti poveri a loro disposizione, le sarde, il pane, i pinoli e poco altro… non potevano immaginare che un giorno questo piatto “povero” sarebbe diventato un re della tavola, difatti oggi come piatto tradizionale siciliano è stato incluso nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (P.A.T.) del ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.